26/04/09

"allarme" sbarchi

Mi chiedo se sia più allarmante il num. dei morti o quello di 6.000 nuovi sbarchi nel 2009, in un paese con un fabbisogno di almeno 150.000 nuovi lavoratori l'anno..
cmq. propongo l'articolo e l'ottimo dossier limes http://temi.repubblica.it/limes/tag/migranti

Di record in record. Quanti sono i migranti sbarcati quest'anno in Italia?
Oltre seimila, finora: il doppio dello stesso periodo dell'anno precedente. I tecnici del Viminale non nascondono l'allarme. Basta pensare che il 2008 con i suoi 36.952 sbarcati aveva già segnato un record preoccupante (nel 2007 gli arrivi si erano invece fermati a quota 20.455). Quello in corso si preannuncia, insomma, come l'anno horribilis per le rotte via mare.

I dati aggiornati al 22 aprile parlano chiaro: raddoppiano gli arrivi sulle coste e raddoppia il numero dei minori non accompagnati. I "viaggi della speranza" non rallentano più neppure d'inverno, quando le condizioni atmosferiche rendono ancora più pericolose le traversate. Si sbarca soprattutto a Lampedusa, poche centinaia gli arrivi sulla "nuova" rotta: quella per la Sardegna. I centri per gli immigrati sono pieni. Attualmente tra centri governativi e provvisori sono 8mila i migranti trattenuti.

Il prefetto Mario Morcone, capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del ministero dell'Interno, ha ricordato oggi che il 26 aprile prossimo oltre 1000 irregolari usciranno dai Centri: "Non immagino un evento millenium bug ma certo è una brutta storia. Certamente sarà consegnato loro un ordine di allontanamento, certamente non lo rispetteranno e dunque questo ricadrà sul lavoro delle forze dell'ordine che dovranno identificarli. Certo non sono tutti delinquenti - aggiunge Morcone - ma l'immigrazione clandestina è un fenomeno importante che dobbiamo trovare il modo di gestire. Ricordando sempre che per lo status di rifugiato il nostro è un sistema fra i più garantisti d'Europa. Su circa 31mila domande ricevute lo scorso anno, circa la metà sono state accettate: si tratta di cifre vicine solo a quelle dell'Olanda, non certo a quelle della Germania o della Francia".
www.repubblica.it/2009/04/sezioni/cronaca/immigrati-6/record-sbarchi/record-sbarchi.html

25/04/09

Rapporto Istat 2008

I numeri contano sempre più delle chiacchiere. Per sapere qualcosa di più dell'Italia di oggi: Comunicato stampa - Volume on line (tralasciamo invece l'indegno TG1 che sbatte la notizia alle 20.18, censurando ogni rilievo negativo: sembra proprio un tg da regime, e Riotta un burattino)

Istat: una famiglia su 5 è in difficoltà. Il rapporto 2008: il 22% segnalano difficoltà economiche, il 6,3% non riesce ad arrivare a fine mese

Secondo l'Istituto di statistica, il 22% circa delle famiglie italiane è vulnerabile mentre il 41,5% si può definire «agiato». Nel dettaglio, l'Istat spiega che del 22% di chi ha problemi circa 2 milioni e mezzo di famiglie (il 10,4%) segnalano difficoltà economiche più o meno gravi e risultano potenzialmente vulnerabili soprattutto a causa di forti vincoli di bilancio. Spesso non riescono a effettuare risparmi e nella maggioranza dei casi non hanno risorse per affrontare una spesa imprevista di 700 euro. Sono la Sicilia (20,1% e la Calabria 17,1% le regioni dove è maggiore la frequenza di questo gruppo.

DIFFICOLTA' - Circa 1 milione 330 mila famiglie (5,5%) incontra difficoltà nel fronteggiare alcune spese. La maggioranza di queste famiglie si è trovata almeno una volta nel corso del 2007 senza soldi per pagare le spese alimentari, i vestiti, le spese mediche e quelle per i trasporti. Dal punto di vista territoriale «le famiglie in difficoltà per le spese della vita quotidiana» risultano relativamente più diffuse nel Mezzogiorno. In particolare Sicilia 12,3%, Calabria 11,6 e Puglia 10,3%. Circa 1 milione e 500 mila famiglie (6,3%) denunciano, oltre a seri problemi di bilancio e di spesa quotidiana, più alti rischi di arretrati nel pagamento delle spese dell'affitto e delle bollette, nonchè maggiori limitazioni nella possibilità di riscaldare adeguatamente la casa e nella dotazione di beni durevoli. Sono residenti al Sud, in Campania 15,1% e in Puglia 12,3%, mentre in tutte le regione del Centro-Nord rappresentano meno del 5% della popolazione di ciascuna regione. Altri dieci milioni di famiglie (il 41,5% del totale) invece mostrano livelli inesistenti o minimi di disagio economico. Si tratta di famiglie con redditi alti e medio-alti, più diffuse nel Nord del Paese, in particolare residenti in Trentino-Alto Adige e in Valle D'Aosta. Circa 8 milioni e 800 mila famiglie infine (il 36,3%) vivono in condizioni di relativo benessere. Si tratta prevalentemente di famiglie formate da adulti e anziani a reddito medio (concentrate soprattutto in Molise con il 39,4% e in Liguria 36,7%) e di altre più giovani a reddito medio e medio-alto, che hanno come problema quasi esclusivo il rimborso del mutuo. Sono diffuse nelle regioni del Centro e del Nord, in particolare in Lombardia con il 10%, e nelle Marche e in Toscana con il 9,7%.

23/04/09

pinar



Sulla nave dei disperati: I nostri tre giorni d' inferno a bordo del mercantile Pinar.

Neanche da morta, Esceth Ekos, che aveva 18 anni e veniva dalla Nigeria, ha avuto pace. Il suo cadavere con in grembo il corpicino del suo bimbo mai nato, è ancora lì, rinchiuso in un sacco di plastica bianco. Attorno le girano i gabbiani, il vento le scopre il volto. ÈQUELLO di una ragazzina che aveva attraversato il mare per cercare un futuro ed una vita migliore, per lei e per il suo nascituro. Ma è morta annegata durante la traversata del Canale di Sicilia. Sembrava che l' odissea dei suoi compagni dovesse finire, quando giovedì è apparso all' orizzonte il mercantile turco Pinar, intervenuto su segnalazione delle autorità di Malta. Invece era solo l' inizio. Quando i 145 immigrati, nigeriani, ghanesi, liberiani e di altre nazionalità, sono stati issati a bordo della Pinar, per quattro notti e tre giorni, tutti sono rimasti prigionieri sulla nave. Fino alla tarda serata di ieri, quando la notizia delle loro incredibili condizioni ha fatto il giro del mondo ed è stato evidente a tutti che la situazione a bordo era drammatica. (...)
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/04/20/sulla-nave-dei-disperati-nostri-tre-giorni.html

http://temi.repubblica.it/limes/malta-niente-soccorso-a-migranti-ma-grandi-pretese/3727


viCINissima

Con gli occhi a Pechino
di Piero Ostellino


Negli anni Ses­santa del secolo scorso, poco più di quaranta anni fa, la Cina di Mao e Lin-Piao — che si propo­neva come centro propul­sore della rivoluzione co­munista mondiale — era ancora un problema poli­tico e militare per le de­mocrazie liberali, un anta­gonista ideologico per il capitalismo, un esempio per il Terzo Mondo. Oggi è un partner internaziona­le affidabile per il mondo libero, la prima potenza esportatrice con un avan­zo commerciale di oltre 300 miliardi di dollari l'anno, un concorrente per i Paesi industrializza­ti, un'opportunità per quelli emergenti.
A produrre il miracolo sono state — per dirla con la Banca Mondiale— «la libertà e capacità dei singoli nonché delle aziende di intraprendere transazioni economiche volontarie con gli abitanti di altri Paesi». In una pa­rola: il mercato. La Cina è diventata quella che è per­ché ha messo la sua stori­ca burocrazia al servizio di uno sviluppo capitali­stico accelerato. Nel Sette­cento, il suo Pil era pari al 22,3 per cento di quello mondiale; oggi, la Cina è la quarta economia del mondo e un terzo della sua popolazione, di un miliardo e 300 milioni, è uscita dalla povertà. Nell' Ottocento, le sue città era­no state divise in «conces­sioni », controllate dalle grandi potenze colonizza­trici; oggi, neppure Hong Kong è più una colonia britannica. Per quasi tut­to il Novecento, le popola­zioni urbane cinesi erano vissute in piccole abitazio­ni uni-familiari, col gabi­netto in comune, di quar­tiere; oggi, vivono in ap­partamenti dotati di servi­zi igienici e in edifici che in qualche caso somiglia­no ai grattacieli di Chica­go.
La globalizzazione non solo è la manifestazione più larga della forza del­l'economia ma risponde anche a un'esigenza di li­bertà dell'animo umano. Ora, però, essa pone i sog­getti economici dei Paesi ricchi di fronte a nuove sfide e a nuovi pericoli. Il lavoratore, sindacalmen­te protetto, entra in con­correnza con l'idraulico polacco, che pratica prez­zi più bassi; il finanziere deve confrontarsi con l'in­vestitore privato lontano, che gode di condizioni di finanziamento più favore­voli fissate da una Banca centrale magari non indi­pendente dal potere poli­tico; il produttore ha il problema di come con­quistare un consumatore i cui gusti sono profonda­mente diversi dai suoi; l'imprenditore gareggia con un suo omologo (ci­nese, indiano, brasiliano) per il quale il costo del la­voro è decisamente infe­riore.
Ma con questa Cina non siamo obbligati solo a fare i conti, dobbiamo anche tifare perché la cri­si non comprometta il processo di modernizza­zione avviato negli anni scorsi. Così annotiamo con soddisfazione che il governo di Pechino ha va­rato il più ampio pacchet­to di rilancio dell'econo­mia, pari al 12% del suo Pil. Siamo portati a sotto­lineare come al recente G20 di Londra abbia gio­cato un ruolo decisivo per il successo del sum­mit. E, infine, registriamo con un sospiro di sollievo la dichiarazione del pre­mier Wen Jiabao che ci fa sapere come «le cose stia­no andando meglio del previsto» e come l'obietti­vo di riprendere a cresce­re almeno all'8% del Pil l'anno sia a portata di ma­no. La Cina è vicinissima

www.corriere.it/editoriali/09_aprile_21/con_gli_occhi_a_pechino_editoriale_piero_ostellino_1d284e4a-2e32-11de-8b9e-00144f02aabc.shtml

06/04/09

toccato il fondo? si può sempre scavare..


Ecatombe al largo della Libia. Trecento migranti dispersi


Quattro barconi in difficoltà, due sono affondati.
"Maroni: "Finirà il 15 maggio, quando entrerà in vigore l'accordo con Tripoli"

TRIPOLI - Nuova tragedia dell'immigrazione tra l'Africa e l'Italia: due barconi carichi di clandestini sono affondati. A bordo c'erano centinaia di disperati e quasi tutti sono dati per dispersi dai guardacoste libici che hanno condotto le operazioni di soccorso. Si parla - a quanto riferito alla Reuters da funzionari locali - di quattro imbarcazioni in difficoltà non lontano dalla costa della Libia. Di queste, due sono sicuramente affondate e secondo l'Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni) sarebbero disperse almeno 300 persone. Delle altre due, si conosce la sorte solo dei 350 clandestini a bordo di un'imbarcazione alla deriva tratti in salvo da un rimorchiatore italiano. Le imbarcazioni. Secondo quanto ha reso noto l'agenzia egiziana Mena, tutti i clandestini - molti dei quali di nazionalità egiziana - erano diretti in Italia. Una delle imbarcazioni era partita da Sid Belal Janzur, un sobborgo di Tripoli e dopo tre ore di navigazione il battello è affondato 30 chilometri al largo della Libia. Delle altre i libici affermano di non avere certezza del luogo di partenza. Gli sbarchi continuano. L'ennesima tragedia sulla rotta tra Libia e Sicilia non ferma i viaggi verso l'Italia: oltre 400 extracomunitari sono approdati nelle ultime ore sulle coste della Sicilia orientale, dopo i 222 giunti ieri a Lampedusa. Il primo barcone si è arenato nella serata di ieri sulla spiaggia di Scoglitti, una frazione di Vittoria (Ragusa). A bordo c'erano 153 immigrati, tra cui 29 donne che, dopo le procedure di identificazione, sono stati portati nella palestra comunale di Pozzallo. Una carretta di circa 20 metri con a bordo 249 persone, tra le quali 31 donne - tre incinte - e otto minori è approdata invece all'alba a Portopalo di Capo Passero, nel siracusano. Un arresto. Gli extracomunitari, in gran parte somali ed eritrei, sono stati scortati in porto dall'unità navale delle Fiamme gialle e da una motovedetta della Guardia costiera. Un giovane somalo di 24 anni è stato arrestato dalla Guardia di finanza, con l'accusa di essere lo scafista che ha condotto l'imbarcazione, partita dalle spiagge libiche.

Maroni: "Finirà il 15 maggio". Gli sbarchi, assicura il ministro dell'Interno Roberto Maroni, "termineranno il 15 maggio prossimo, quando entrerà in vigore l'accordo siglato dal governo italiano con quello libico sul pattugliamento congiunto delle coste". La Cei: "Chi arriva sia accolto". I vescovi italiani seguono "con grande pena" le notizie sugli ultimi naufragi di clandestini. Il segretario generale della Cei, monsignor Mariano Crociata, ha ribadito che "chi arriva sul suolo nazionale va accolto e accompagnato", trattato come una persona. Tensione a Lampedusa. A Lampedusa, intanto, si registra una nuova fuga dal Centro di identificazione ed espulsione: una ventina di migranti sono riusciti ad allontanarsi dal Centro, prima di essere bloccati qualche ora dopo dai carabinieri. Due di loro, sorpresi a rubare all'interno di alcune villette disabitate, sono stati arrestati; altri cinque sono stati denunciati per violazione di domicilio. Episodi che fanno salire nuovamente la tensione sull'isola, dove in questi momenti si trovano complessivamente 720 extracomunitari distribuiti tra il Cie di contrada Imbriacola e l'ex base Loran di Capo Ponente. Emergenza sanitaria. Ieri il sindaco, Dino De Rubeis, aveva lamentato la mancanza di assistenza medica adeguata per i 222 migranti sbarcati nel pomeriggio. Affermazioni seccamente smentite dal responsabile del Dipartimento immigrazione del Viminale, Mario Morcone: "Il sindaco dice il falso. Sul molo, hanno operato quattro medici e un infermiere e l'ambulanza che il dipartimento libertà civili ha acquistato e che è costantemente a disposizione delle necessità sull'isola".